“La Tutela dei minorenni in comunità”, la prima raccolta dati sui veri numeri dei ragazzi ospitati a
- caferro
- 10 dic 2015
- Tempo di lettura: 2 min
“Dopo tante polemiche, numeri detti e scritti in modo impreciso, finalmente facciamo luce e chiarezza su un tema molto caro all’opinione pubblica, spesso dibattuto e strumentalizzato dai media”. Con queste parole l’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora, annuncia la pubblicazione de “La Tutela dei minorenni in comunità”, la prima raccolta dati sui veri numeri dei ragazzi ospitati all’interno delle case famiglia, realizzata grazie alla collaborazione di tutte le ventinove Procure della Repubblica, presso i Tribunali per i minorenni.
“Questo lavoro nasce anche dalla consapevolezza che le generalizzazioni non fanno il bene dei bambini, già segnati da storie famigliari difficili, e non permettono di affrontare le vere criticità. Misurare il fenomeno è necessario – afferma il Garante Spadafora -, anche per intervenire sulle storture del sistema. Va, inoltre, necessariamente facilitata e sostenuta la collaborazione tra i diversi enti che monitorano e si occupano dei minorenni collocati in comunità”.
Dai dati ricevuti dalle Procure minorili – a cui le comunità sono tenute ad inviare un report semestrale – emerge che, al 31 dicembre 2014, i minorenni presenti a vario titolo nelle comunità erano 19.245, di cui il 43% di origine straniera (di questi circa la metà non accompagnati), collocati in poco più di 3mila strutture con una media di 6,7 minorenni in ciascuna. Il 58,9% si trovava al Centro Nord ed il 41,1% nel Sud e nelle Isole. La fascia d’età più numerosa, quella tra i 14 e i 17 anni, rappresenta il 57,2% del totale: quella degli adolescenti è la parte più cospicua perché, da una parte, è difficile trovare famiglie disposte ad accoglierli in affidamento o ad adottarli e, dall’altra, è l’età della maggior parte dei minorenni stranieri non accompagnati che arrivano in Italia.
“Questo non deve essere un punto d’arrivo ma di partenza – continua Spadafora – . Lavorare per prevenire, mettendo in connessione persone, idee ed esperienze, è il vero obiettivo. Non bisogna più valutare a priori se siano pochi o molti i ragazzi in comunità, ma se vengono effettuati tutti, e solamente, gli allontanamenti necessari a garantire i diritti dei minorenni. È necessario assicurarsi che l’allontanamento avvenga all’interno di un progetto specifico che nasca da un’attenta analisi dei bisogni del minorenne e della sua famiglia, che siano prese in debita considerazione, laddove possibile, anche le opinioni dei minorenni, e che ci sia un monitoraggio costante e approfondito delle azioni compiute dai vari soggetti che entrano in scena, prestando attenzione anche ai tempi del collocamento”.
L’Autorità garante ha sostenuto e promosso il dialogo fra i diversi sistemi di raccolta dati per individuare, insieme agli altri organi preposti, procedure chiare ed efficaci al fine di arrivare ad una lettura comune e a una definizione condivisa del fenomeno, e che favorisca i progetti di vita a cui ogni minorenne in comunità ha diritto.
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